Domenica 24 settembre 2023 il riese Padre Samuele Menini, della congregazione dell’Oratorio di san Filippo Neri, ha iniziato il suo ministero di parroco della parrocchia S. Maria Assunta (Cattedrale) e S. Grato in Ivrea. Alla celebrazione era presente il vescovo di Ivrea mons. Cerrato, oltre a padre Andrea Plichero, padre Riccardo Bigi e il diacono Alessandro Codeluppi.
Qui il VIDEO con alcuni momenti della celebrazione
“Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil. 1, 21): più volte sono risuonate le parole dell’Apostolo Paolo nel corso della solenne liturgia di ingresso da Curato della Cattedrale di Ivrea e da Parroco del Borghetto di Padre Samuele Menini, della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. Tanti segni hanno connotato questa celebrazione di domenica 24 settembre, ulteriormente impreziosita dal servizio musicale del Maestro Alessandro Veneri all’organo e dalla Cappella Musicale della Cattedrale, diretta dal Maestro Signora Ausilia Fiorina.
Il nuovo parroco, successore del Canonico Mauro Agreste, presente alla Celebrazione, ha atteso, nella tersa mattinata di inizio autunno, la processione introiale al portone principale, indossando poi, per le mani del Vescovo, la stola pastorale, simbolo del nuovo incarico, la “cura” del gregge che gli è affidato. Dopo l’aspersione e la lettura, da parte del Vicario Generale, Mons. Gian Mario Cuffia, dei Decreti vescovili che nominano Padre Menini Curato del Duomo e della vicina parrocchia di San Grato in Borghetto, il rinnovo delle promesse sacerdotali e dell’obbedienza, nelle mani del Vescovo. Un gesto antico, onusto di simbologia esplicita, quello dell’ immixtio manuum, che richiama immediatamente il “mettersi nelle mani”, lasciandosi plasmare nel cuore e nella vita, divenendo sempre più immagine del Cristo pastore.
Poiché il Parroco svolge e vive principalmente il suo ministero in alcuni “luoghi” simbolici, la liturgia di ingresso vede la presa di “possesso”, da parte del nuovo pastore di tre punti fondamentali del ministero: il Battistero, il confessionale e il Tabernacolo. Proprio l’Eucaristia, celebrata da Padre Menini e concelebrata dai viceparroci Don Giuseppe Sciavilla e Don Graziano De Crescenzo, è il culmine di questo ingresso, che ha visto, nella predicazione omiletica, il prezioso intervento di Mons. Vescovo, Edoardo A. Cerrato, denso di spunti di riflessione, come si può ascoltare nel video.
Riprendendo e soffermandosi più volte sul brano paolino, Mons. Edoardo ha sottolineato il ruolo del “servizio”, inteso come una totale conformazione a Cristo, al punto da domandarsi se “vivere o morire”, senza mai dimenticare che i parroci, come i vescovi e, persino i papi, cambiano, sono di passaggio. Ciò che conta è, rifacendosi alle parole dell’omelia, il “perché” o il “Per chi?” si è disposti a farsi servitori, sull’esempio di Cristo che, come ricorda l’Apostolo delle Genti: uno dei più antichi Inni della Chiesa “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini”… “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil. 2, 6-11). Nella Domenica in cui la liturgia propone la parabola del “padrone di casa” che chiama, ad ore diverse, diversi a lavorare per la sua vigna, l’attenzione deve essere posta non tanto sulla quantità della paga, ma sulla risposta alla Sua chiamata d’amore, che spinge ad uscire alle semplice logica umana, per immergersi nella donazione totale di sé.
Non possono mancare, in una giornata piena di gioia e festeggiamenti per la comunità del Duomo, i doverosi ringraziamenti. In particolare alla famiglia del giovane Parroco, presente a questo momento importante.
Al termine della Celebrazione sono state offerte in dono due icone, una al Parroco “uscente” Agreste, raffigurante San Giuseppe, l’altra, del buon Samaritano, a Padre Menini: un gesto di accompagnamento e di ringraziamento, sotto lo sguardo materno di Maria, che dall’alto del dipinto della Cattedrale a lei dedicata, sorride a questa comunità.
qui altre foto della celebrazione (fonte di tutte quelle riportate in questa pagina)